Questo articolo esamina due diverse prospettive di una ricerca condotta in america su musica e benessere. La prima considera la pratica musicale come benefica per il benessere emotivo e la salute mentale, mentre la seconda considera la carriera musicale come molto stressante.
I ricercatori di campi di studio concettualizzati in vari modi come “Arti e Salute”, “Psicologia delle Arti”, “Arti e Benessere” e “Scienze Umane della Salute”, tra gli altri, hanno dimostrato, utilizzando una varietà di approcci metodologici, una connessione tra usi specifici della musica e il miglioramento del benessere emotivo e della salute mentale.
Musica e benessere emotivo
Molte ricerche hanno esplorato il ruolo positivo della musica nel miglioramento del benessere emotivo e mentale. Gli studi suggeriscono che l’ascolto di musica può ridurre i sintomi di depressione, specialmente tra gli anziani, e che può anche attenuare la percezione del dolore nei pazienti ospedalizzati. La musicoterapia è stata indicata come un mezzo efficace per migliorare la condizione mentale, in particolare quando integrata con le cure tradizionali. Tuttavia, l’autore sottolinea che l’efficacia della musica come strumento terapeutico dipende fortemente dal contesto in cui viene utilizzata. Se la musica viene ascoltata come una forma di “coping” orientato al problema, può essere utile nel ridurre la depressione, mentre se utilizzata come metodo di “evitamento” potrebbe addirittura peggiorare i sintomi. Questo mette in evidenza la necessità di considerare i diversi modi in cui la musica viene consumata e il contesto in cui si inserisce l’esperienza uditiva.
Altri studi hanno esaminato gli effetti benefici di suonare musica attivamente. Per esempio, la partecipazione a gruppi musicali, come ad esempio il battere di gruppi, è stata associata a miglioramenti nel benessere mentale, con riduzioni significative di ansia e depressione. Inoltre, il canto, in particolare il canto di gruppo, è stato studiato come un potente strumento terapeutico per le persone anziane e anche per chi soffre di demenza. Questi interventi hanno mostrato benefici prolungati, anche dopo la fine dei programmi. Tuttavia, l’autore nota che questi studi non sono privi di criticità, con alcuni di essi che richiedono ulteriori ricerche per verificare la solidità dei risultati.
Musica come carriera e i rischi per la salute mentale
La seconda parte dell’articolo si concentra sugli aspetti negativi del lavoro musicale, in particolare quando la musica diventa una carriera. Qui emerge il paradosso: sebbene la musica possa essere benefica per il benessere emotivo in un contesto personale o terapeutico, la professione musicale può essere estremamente stressante e dannosa per la salute mentale. I musicisti professionisti sono spesso esposti a fattori di rischio psicosociali che includono precarietà finanziaria, insicurezza lavorativa, alti livelli di pressione, ansia da prestazione, abuso di sostanze e disuguaglianza. Molti studi suggeriscono che i musicisti hanno tassi di depressione, ansia e altri disturbi mentali molto più alti rispetto alla popolazione generale.
Gli studi mostrano che il 68% dei musicisti soffre di depressione e il 71% soffre di ansia o attacchi di panico. La ricerca suggerisce che la natura del lavoro musicale, con la sua instabilità finanziaria, la necessità di performance costanti e le difficoltà di carriera, possa essere una causa diretta di questi disturbi. Altri fattori stressanti riguardano gli orari di lavoro non convenzionali, l’uso di alcol e droghe come coping, e la pressione culturale per avere successo in un ambiente altamente competitivo. Un aspetto significativo che contribuisce a questi problemi di salute mentale è la “precarietà” della professione musicale, che implica incertezze sul futuro, sui guadagni e sullo status professionale.
Un ulteriore elemento di stress riguarda il “valore culturale” che viene attribuito al lavoro musicale. La musica è un campo altamente mediato dalla cultura e dai media, con aspettative di successo che possono risultare opprimenti. Questo stress è accentuato dalla crescente visibilità sui social media, dove i musicisti sono costantemente esposti al giudizio del pubblico e dei fan, generando vulnerabilità e ansia. Inoltre, le difficoltà relazionali e la solitudine legate alla carriera musicale, come la separazione dalla famiglia durante i tour o il tempo lontano dai propri cari, possono contribuire a deteriorare la salute mentale dei musicisti.
Il paradosso tra pratica musicale e carriera musicale
La ricerca evidenzia dunque il paradosso tra la pratica musicale, che può essere terapeutica e benefica, e la carriera musicale, che può essere estremamente dannosa. Questo paradosso non viene sempre riconosciuto negli studi sul benessere musicale, dove si tende a enfatizzare i benefici generali della musica senza considerare i rischi associati al lavoro musicale come professione. Questo approccio, sebbene ben intenzionato, rischia di ignorare le difficoltà che i musicisti affrontano, come l’instabilità finanziaria e la pressione sociale, che sono fattori determinanti nei loro problemi di salute mentale.
La ricerca sottolinea che non esiste una semplice risposta alla questione, ma che è necessario adottare un approccio più sfumato che consideri le diverse dimensioni del coinvolgimento musicale: da un lato la partecipazione amatoriale, che può effettivamente favorire il benessere emotivo, dall’altro il lavoro musicale, che richiede un riconoscimento dei fattori di stress e dei pericoli psicologici legati alla professione. Inoltre, l’articolo suggerisce che le future ricerche debbano essere orientate a una comprensione più complessa di come la musica possa influenzare il benessere, tenendo conto sia degli aspetti positivi che dei rischi che la carriera musicale può comportare.
In conclusione, l’articolo propone una riflessione critica sulla connessione tra musica e benessere, suggerendo che, mentre la musica può essere una fonte di benessere per molti, le sfide legate alla carriera musicale non devono essere sottovalutate. Il benessere dei musicisti, infatti, può essere compromesso dalle difficoltà legate al lavoro, e riconoscere questi aspetti è fondamentale per avere una visione completa e equilibrata dell’impatto della musica sulla salute mentale.
I Puffi: il cartone che si ispira alla vita di un monaco francescano