La trasmissione televisiva degli Oscar si destreggia sempre tra tre obiettivi principali: onorare i migliori film dell’anno e coloro che li hanno realizzati;Â celebrare e promuovere ampiamente l’abitudine di andare al cinema; mettere su un bello spettacolo, sia per vip in sala che per la gente che assiste da casa.
La seconda di queste prioritĂ ha assunto maggiore importanza in un contestoche ancora non si è ripreso dal lockdown durante la pandemia di Covid-19 e dall’affermarsi dello streaming. Eppure la 96esima edizione degli Academy Awards ha brillato di piĂą nello spettacolo, offrendo una trasmissione televisiva del premio definita dalla sua giocositĂ e punteggiata da momenti di divertimento, con il contributo di Ryan Gosling che vale da solo il prezzo del biglietto.
Queste qualitĂ erano necessarie e benvenute, dal momento che i premi stessi seguivano il copione previsto, chiudendosi con l’atto non sorprendente di consegnare l’ambito premio per il miglior film a “Oppenheimer”, una delle sette statuette accumulate dall’epopea storica del regista Christopher Nolan.
Academy Awards: lo spettacolo della serata degli Oscar
Per il resto, le selezioni si sono svolte secondo la forma, premiando coloro che hanno avuto tutto il tempo per provare e mettere a punto i loro discorsi di accettazione nel corso della stagione dei premi iniziata all’inizio di gennaio.
Vale anche la pena notare che anche un grande spettacolo – e questo era, per gli standard degli Oscar, molto buono – potrebbe non essere sufficiente per aumentare gli ascolti televisivi. Gli Oscar hanno dovuto affrontare il doppio problema di iniziare un’ora prima e di passare all’ora legale. D’altra parte, nell’attuale contesto televisivo, semplicemente resistere all’attrazione gravitazionale della frammentazione del pubblico equivale a una vittoria.
Detto questo, ecco un riepilogo dei momenti salienti della serata, con alcuni aspetti negativi alla fine:
Certo, il formato rischiava di riempire i premi con un piccolo extra di quella pompositĂ in stile hollywoodiano ma i volti raggianti dei candidati lo hanno reso uno degli svolazzi piĂą celebrativi dello spettacolo di quest’anno.
Non è solo Ken. In uno di quei rari casi di un evento telegrafato che è stato effettivamente all’altezza delle aspettative e delle aspettative, Ryan Gosling ha distrutto la sua performance di “I’m Just Ken” con gusto, dopo una parte davvero divertente che lo ha coinvolto in una buffa rivalitĂ con Emily Blunt. Certamente non è stato il protagonista in Barbie, ma è legittimo assegnare a Gosling il premio MVP degli Oscar di quest’anno.
Jimmy Kimmel. Anche se non c’è niente di audace nell’usare gli Oscar per mettere in mostra il conduttore notturno della ABC, Kimmel come al solito ha portato il giusto tocco leggero al procedimento, aggiungendo un po’ di peso al suo monologo affrontando gli scioperi che hanno ostacolato il settore e facendo una pausa per dare alla troupe dello spettacolo di premiazione il loro momento sotto i riflettori durante le trattative tra il sindacato che li rappresenta (The International Alliance of Theatrical Stage Employees) e l’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi.
BrevitĂ (relativamente, comunque). Come gli Emmy, gli Oscar hanno effettivamente finito di distribuire i premi prima dell’orario di fine trasmissione (agli Oscar è stata concessa una mezz’ora in piĂą), costringendo i produttori a tirarla un po’ per le lunghe nella parte finale.
L’inizio anticipato ha permesso allo spettacolo di respirare un po’, non solo con i tributi agli attori, ma anche con l’esecuzione delle canzoni nominate, tradizionalmente uno degli elementi piĂą adatti al pubblico all’interno della trasmissione televisiva.Â
Kimmel ha anche rivolto uno zinger alla senatrice Katie Britt per la sua risposta sullo stato dell’Unione e, con tempo a disposizione verso la fine, ha generato un ruggito da parte del pubblico per la risposta al post sui social media dell’ex presidente Donald Trump che lo criticava. Per la maggior parte, però, la serata si è concentrata sul compito centrale da svolgere, un po’ sconvolgente in un anno elettorale.
Gli Oscar internazionali. I premi cinematografici hanno assunto sempre piĂą un sapore internazionale, e ciò è stato particolarmente vero quest’anno, con “Il ragazzo e l’airone“, “Anatomia di una caduta“, “Godzilla Minus One” e “The Zone of Interest” di Hayao Miyazaki.
La (piĂą o meno) serie di vittorie consecutive di John Cena. Quella che sembrava un’acrobazia sciocca, vedere l’attore uscire nudo per commemorare il campione che corse sul palco degli Oscar mezzo secolo fa, in realtà è diventata un’acrobazia piuttosto intelligente, sposandola con la presentazione del miglior costume.
Per quanto riguarda i pochi aspetti negativi….
Gli Oscar onorari. L’incapacitĂ di includere un singolo clip dei premi onorari precedentemente presentati, indirizzando invece semplicemente le persone al sito web dell’Accademia, è sembrato uno schiaffo verso il passato del settore.