Perché il progressive rock è stato così innovativo? – video

Il progressive rock fu un genere che si affermò e conobbe la sua maggior popolarità nella prima metà degli anni ’70. Si è sviluppato principalmente nel Regno Unito dalla metà alla fine degli anni ’60, raggiungendo l’apice nei primi anni ’70.

Inizialmente definito “pop progressivo”, era caratterizzato da uno stile abbracciato dalle band psichedeliche che abbandonarono le tradizioni pop standard in favore di strumentazione e tecniche compositive più frequentemente associate al jazz, al folk o alla musica classica. Ulteriori elementi contribuirono alla sua etichetta “progressive”: i testi erano più poetici, si utilizzava la tecnologia per ottenere nuovi suoni, con la musica che era considerata arte e la registrazione in studio divenne il fulcro dell’attività musicale, piuttosto che il palco, cosa che portò alla creazione di musica più per l’ascolto che per il ballo.

Il progressive rock si basa su fusioni di stili, approcci e generi, che implicano un continuo movimento tra formalismo ed eclettismo. A causa della sua ricezione storica, la portata del progressive rock è talvolta limitata a uno stereotipo di lunghi assoli, lunghi album, testi fantasy, scenografie e costumi grandiosi e una dedizione ossessiva all’abilità tecnica. Mentre il genere è spesso citato per la sua fusione di cultura alta e cultura bassa, pochi artisti hanno incorporato temi classici letterali nel loro lavoro in larga misura, e solo una manciata di gruppi, come Emerson, Lake & Palmer e Renaissance, hanno emulato o fatto riferimento alla musica classica intenzionalmente.

Per capire in cosa consiste l’innovazione del progressive rock dobbiamo partire da una domanda base, ossia: “Quali sono le caratteristiche del genere propriamente detto Prog Rock?”. Vediamole.

1- Prima di tutto viene il rifiuto di scrivere la musica utilizzando il classico formato della canzone Rock. Niente brani di durata canonica (3–4 minuti), scarso o nullo interesse per il ritornello come momento centrale, scarso interesse per la struttura ritmica standard (“piano-forte-piano” o “forte-piano-forte”);

2- il ricorso, quando ritenuto opportuno, a brani molto lunghi e dilatati. Tali brani lunghi possono essere divisi in sezioni (un esempio: A Passion Play dei Jethro Tull o Atom Heart Mother dei Pink Floyd) e variano spesso atmosfere proponendo quindi momenti molto diversi nel corso del suo sviluppo (altro esempio è la magnifica Baker Street Muse dei Jethro Tull).

3- l’utilizzo marcatissimo e spesso virtuoso del cambio di ritmo. Esempio: Tarkus degli Emerson, Lake and Palmer o uno qualsiasi dei quattro segmenti di Tales from Topographic Oceans degli Yes.

4 – Il ricorso a strumenti non canonicamente rock. Spiegamoci: il rock si basa su tre strumenti fondamentali: chitarra, basso e batteria.

Il prog di base va oltre ricorrendo a strumentazioni diverse da affiancare a quella canonica. In particolare il prog fa ricorso a: tastiera, pianoforte, organo (di regola l’organo hammond), mellotron, sintetizzatori, flauto, sax, oboe e avanti ancora fino ad intere sezioni d’archi e alle orchestrazioni vere e proprie. E non a caso due degli idoli dell’epopea prog sono Keith Emerson e Rick Wakeman, ossia due pianisti nel senso più puro del termine.

5- Arrangiamenti e strutture ritmiche sono estremamente eleganti, raffinate e riprese nella loro essenza dagli stilemi della musica classica e del jazz. L’effetto è semplicemente immediato: sonorità ricche, spesso quasi barocche e tendenti alla celebrazione di qualcosa (il qualcosa di regola è il tema del brano) e slegate dalle radici blues che fino al 1969 erano state alla base di ogni brano rock. In tal senso un ottimo esempio viene dal quasi inarrivabile In the Court of the Crimson King. In particolare brani come Epitaph e Moonchild sono un chiaro esempio di questo superamento del blues a favore di atmosfere e sonorità più classiche.

6- Lo svincolamento della musica dal quotidiano. Il rock nella sua essenza parla di vita quotidiana (il classico motto Sesso, Droga e Rock ’n’ Roll, inteso alle origini del movimento come inno alla vita e alla ribellione), il prog punta all’estetica e alla rappresentazione artistica della musica. Tradotto: i testi prog sono spesso metaforici, appartenenti al tema fantastico (il legame con il Fantastico in generale è molto forte)e quasi mai legati all’attualità. In questo si rifanno quindi alla musica classica propriamente detta. E spiega molto del look e degli spettacoli dal vivo dei Genesis con Peter Gabriel.

7- Un alto livello di virtuosismo tecnico e la propensione per la perfezione tecnica e per la ricerca dell’estetica pura (va detto che i Pink Floyd sotto questo aspetto facevano eccezione. Sono bravi, spettacolari, ma non hanno la stessa maestria tecnica degli Yes o dei Gentle Giant per dire. A me la questione pare abbastanza superflua. Atom Heart Mother e Meddle sono senza dubbio album prog a mio avviso).

8- Un diversissimo approccio al concerto. L’essenza di questi gruppi è la musica in quanto tale e la sua resa perfetta, per cui non vi è spazio per il classico frontman carismatico o per momenti estranei alla musica. Questo spiega perchè, per dire, Robert Fripp suonasse la chitarra da seduto. Si tratta di un atteggiamento anti-pathos, ma al suo pubblico e a lui stesso non interessava perchè la resa tecnica veniva prima delle coreografie.

9- In conseguenza di questa attenzione all’estetica e alla resa si faceva scarso ricorso all’improvvisazione. Ragione: inserire una improvvisazione su determinate strutture musicali è molto, molto, molto e ancora molto complicato. Per capirci: prova ad inserire un’improvvisazioni nella lunga suite Karn Evil 9. Si può fare, ma sarebbe meglio accordarsi prima col resto della band se non si vuole rischiare di mandare fuori orbita il brano nel suo complesso.

Alla luce dei punti da 1 a 6 direi che risulta chiara quali siano le innovazioni portate dal progressive: una diversa struttura musicale per i brani, un diverso e più ricco uso della ritmica, il ricorso a strumenti innovativi per il genere, la propensione per la sperimentazione, lo svincolamento del rock dagli stilemi del blues e un diverso approccio ai testi e ai concerti.

Al momento in cui si è sviluppato il rock progressivo, scopriamo che non era affatto un genere “di nicchia”: nel 1972, ad esempio, fra i primi 100 album venduti in italia, ben 25 sono di musica progressive o assimilabile.

Si tratta di lavori dei Pink Floyd, Orme, Jethro Tull, Genesis, Yes, ELP, PFM, Rovescio della Medaglia, Colosseum, King Crimson, Delirium, Banco, Yes, etc. etc. che non solo hanno piazzato un album (a volte più di uno) nella top ten o nella top 20 settimanale, ma hanno venduto tante copie da entrare – come detto – nella classifica dei dischi più venduti dall’anno.

Questi non sono risultati da “genere di nicchia” ma da pieno mainstream e, dati alla mano, molto raramente uno stile musicale ha avuto un dominio così evidente delle classifiche di vendita.

Attualmente, però, le cose sono, evidentemente, differenti.

Se tutti i generi musicali legati a un certo periodo storico scontano il passare delle mode, il progressive risulta più penalizzato di altri a causa della lunghezza e della struttura dei brani, che li rende poco adatti alla trasmissione radiofonica o la loro riscoperta da parte del grande pubblico con l’utilizzo in spot o colonne sonore.

E anche quando sono presentati, i brani progressive, di norma, non seguono la semplice struttura strofa-ritornello delle canzonette, né cercano, a tutti i costi, la melodia orecchiabile e di facile presa (anche se non mancano eccezioni, ovviamente).

Basti notare come, sempre nel 1972, se nella classifica degli album abbiamo tantissimi lavori di progressive, nella classifica dei singoli più venduti ne troviamo solo 2 (fra cui Impressioni di Settembre della PFM, non a caso il brano di progressive italiano più noto al grande pubblico.).