San Finnian, il monaco che inventò il Copyright

La proprietà intellettuale, essendo così personale per natura, è una delle cose più controverse che puoi rubare, soprattutto quando ha un notevole potenziale finanziario. È proprio per questo motivo che negli ultimi secoli è stato varato un enorme corpus legislativo a tutela dei diritti del proprietario originario.

Nel 560 d.C. San Finnian supervisionava il monastero da lui fondato in Irlanda 20 anni prima, l’Abbazia di Movilla, prestigioso per il possesso di una copia della Vulgata di San Girolamo. Un ex studente, Santa Colomba, attualmente ospite dell’Abbazia, durante la sua visita fece una copia segreta del libro con l’intenzione di portare con sé il libro quando se ne fosse andato.

Finnian scoprì Colomba quando aveva quasi finito di copiarlo e gli chiese di consegnargli la copia piratata, ma Colomba rifiutò, rivendicando, anzi, la proprietà del libro, sulla base del fatto che aveva fatto tutte le copie. Infuriato, Finnian portò la questione all’Alto Re Diarmait, che si pronunciò a favore di Finnian; “Ad ogni mucca appartiene il suo vitello, quindi ad ogni libro appartiene la sua copia”, fu la conclusione del sovrano.

Columba contrario alla sentenza istigò una rivolta del clan Uí Néill contro il re Diarmait, provocando la battaglia di Cúl Dreimhne (Battaglia del Libro) che si dice abbia causato circa 3.000 vittime.

La storia delle leggi sul copyright che in italiano viene chiamato diritto d’autore inizia con i primi privilegi e monopoli garantiti agli stampatori dei libri. Con la diffusione della stampa, la minaccia della diffusione della cultura non controllata dalla censura, che nel passato era considerata un legittimo privilegio dei governi, portò Maria I d’Inghilterra nel 1557 a concedere il diritto esclusivo di copia agli Stationers su ogni stampa, con valenza retroattiva anche per le opere pubblicate precedentemente, con l’obbligo di ricercare e confiscare le stampe ed i libri non autorizzati, incluso di bruciare quelli stampati illegalmente.

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La legge della regina Anna (o Statuto di Anna) britannica del 1710 è stata la prima legge sul copyright.

Inizialmente la protezione si applicava solo alla copia dei libri; col passare del tempo essa si è estesa ad altri oggetti, come traduzioni e lavori derivati, e attualmente copre una vasta gamma di opere, tra cui mappe, spettacoli, dipinti, fotografie, registrazioni sonore, film e programmi informatici.

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