Il 5 agosto 1962, il corpo senza vita di Marilyn Monroe giaceva nudo, con il volto rivolto verso il basso sul letto della sua pensione a Brentwood, Los Angeles, con il ricevitore del telefono in mano e una bottiglia vuota di Nembutal accanto a lei. La causa ufficiale della morte, per il 36enne, fu considerata un “probabile suicidio”, ma a distanza di 55 anni, le speculazioni su ciò che realmente accadde sono più vive che mai, con nuove teorie del complotto che emergono costantemente e quelle più antiche ancora oggetto di indagine.
Coinvolgimento dei Kennedy sulla morte di Marilyn Monroe
Solo due mesi e mezzo dopo la sua iconica performance di “Happy Birthday” al Madison Square Garden in occasione del 45º compleanno del presidente John F. Kennedy, avvenuta il 19 maggio 1962, Monroe, nata Norma Jeane Mortenson, lasciava questo mondo.
I fratelli Kennedy, con il presidente John F. Kennedy e il procuratore generale Robert F. Kennedy, sono al centro di varie teorie del complotto riguardanti la morte di Monroe. Nel 2007, un documentario australiano mise in luce un documento parzialmente censurato dell’FBI che suggeriva un coinvolgimento di Robert Kennedy, presunto amante di Monroe, nel tentativo di “indurla” al suicidio. Anche il cognato di Kennedy, l’attore Peter Lawford, lo psichiatra di Monroe, il dottor Ralph Greenson, la governante Eunice Murray e l’agente Pat Newcomb furono coinvolti nelle congetture.
La Monroe, afflitta da depressione e dipendenza da droghe e alcol, aveva manifestato in passato comportamenti suicidi, e il documento indica che le sarebbe stato fornito il mezzo per farlo, il barbiturico Seconal, dai presunti cospiratori, prima di essere lasciata morire.
Come già avanzato in altre teorie, il documento dell’FBI suggerisce che il presunto complotto fosse stato orchestrato per silenziare Monroe, minacciata dal rivelare le sue relazioni con i fratelli Kennedy. Si credeva anche che Monroe fosse una sorta di rischio, possedendo presunte registrazioni di conversazioni che svelavano informazioni governative altamente riservate in un “libretto rosso”.
Coinvolgimento della mafia
Una teoria correlata ai Kennedy si concentra sul ruolo di Robert Kennedy, coinvolto in un presunto incontro con Monroe la sera della sua morte. Il noto intercettatore Bernard Spindel, che aveva piazzato delle microspie nella casa di Monroe su ordine di Jimmy Hoffa o del boss della mafia di Chicago Sam Giancana, affermò di aver udito Kennedy e Monroe litigare, seguito da un forte rumore che potrebbe essere stato il momento della sua morte. Secondo quanto riferito, le registrazioni furono sequestrate e distrutte nel 1966.
Si crede che Giancana volesse eliminare Monroe, che avrebbe potuto minacciare i suoi affari, tramite il suo presunto coinvolgimento con il suo uomo Johnny Roselli. Si dice che il boss avesse reso Monroe vulnerabile dopo averla costrinta a firmare il suo primo contratto hollywoodiano in cambio dei suoi favori.
Darwin Porter, autore di “Marilyn At Rainbow’s End: Sex, Lies, Murder And The Great Cover-Up”, afferma che Giancana avesse pianificato l’omicidio di Monroe, considerandola una minaccia per le sue operazioni e avendo informazioni compromettenti. Porter ipotizza che cinque sicari della mafia avrebbero assassinato Monroe per ordine di Giancana, utilizzando una combinazione di cloroformio e barbiturici.
Coinvolgimento della CIA
Una delle teorie più stravaganti, discussa nel documentario “Unacknowledged” del teorico della cospirazione Dr. Steven Greer, suggerisce che Monroe sia stata assassinata dalla CIA perché era a conoscenza della verità su Roswell e intendeva rivelarla. Nel film, Greer mostra un presunto memorandum della CIA scritto solo due giorni prima della morte di Monroe.
Secondo il documento, JFK avrebbe rivelato a Monroe di aver assistito a prove di “cose provenienti dallo spazio” in una base aerea segreta, probabilmente riferendosi all’incidente UFO di Roswell nel 1947.
Greer afferma di possedere documenti, tra cui una registrazione telefonica di Monroe il giorno prima della sua morte, mai declassificati, in cui minacciava di rivelare al mondo le informazioni divulgatele da Kennedy. Greer sostiene che Monroe sia stata uccisa per evitare che divulgasse queste informazioni.
Marilyn Monroe non è morta
Le teorie sulla morte falsa non sono rare quando si tratta di celebrità: più sono iconiche, più persistono. Un individuo afferma che la morte di Monroe sia stata inscenata e che il suo psichiatra, il dottor Ralph Greenson, l’abbia ricoverata in un istituto psichiatrico nel New Brunswick, in Canada, a causa di uno stato di esaurimento nervoso derivato dalle minacce ricevute.
John Alexander Baker, autore di “Marilyn Monroe: viva nel 1984?”, sostiene che Monroe sia rimasta nell’istituto per 20 anni senza essere riconosciuta, prima di essere rilasciata. Baker sostiene di aver incontrato un autostoppista in Nuova Scozia nel 1984 che sosteneva di essere Monroe, ora una donna senza fissa dimora e affetta da schizofrenia paranoica. Questa presunta Monroe narrò dei suoi giorni da ex diva del cinema, e Baker rimase impressionato dalla sua somiglianza con Monroe, così come dalla similitudine della sua voce mentre cantava.
Baker ammette che lo stato mentale della donna rende la sua storia difficile da credere per molti, ma afferma di credere al 99% che fosse realmente chi sosteneva di essere.
Un nuovo documentario, The Mystery of Marilyn Monroe: The Unheard Tapes, fa luce sulle teorie del complotto, sui collegamenti con Kennedy e sugli ultimi momenti di un’icona internazionale.
Un altro documentario della regista Emma Cooper, rivisita i racconti di Summers e offre al pubblico l’opportunità di ascoltare le registrazioni delle sue interviste. Coinvolgendo una vasta gamma di persone, dalle governanti di Monroe alla sua cerchia familiare e professionale, inclusi un investigatore privato, amici e colleghi come John Huston e Billy Wilder, il documentario si propone di svelare la vera essenza della vita di Monroe prima della sua prematura morte all’età di 36 anni, e di esplorare come furono trascorse le sue ultime ore.
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