Leonardo da Vinci era interessato al movimento del suono attraverso materiali diversi.
La scoperta di Leonardo da Vinci che il suono viaggia sotto forma di onde, consente a Galileo di scoprire altre proprietà delle onde sonore. Da Vinci non era solo interessato alla logistica del suono e al modo in cui viaggia, ma era anche un musicista. Leonardo da Vinci era particolarmente interessato all’acustica subacquea e scoprì questa scienza nel 1490 quando inserì un tubo nell’acqua e fu in grado di rilevare le navi con l’orecchio.
Leonardo Da Vinci era un polistrumentista e tra i vari strumenti che amava suonare c’era la lira da braccio, un tipo di lira spesso usata da poeti e musicisti italiani per accompagnare le loro recitazioni poetiche. Fu il suo interesse per l’acustica che permise a Leonardo di inventare nuovi strumenti e migliorare quelli esistenti.
Scrisse Giorgio Vasari nel 1550: “E Leonardo da Vinci portò con sé quello strumento ch’egli aveva fatto con le sue proprie mani, in gran parte d’argento, affinché l’armonia fosse di maggior volume e di tono più sonoro, con la quale superò tutti i musicisti che lì si erano riuniti per suonare“.
Nel Codex Atlanticus di Leonardo da Vinci sono presenti disegni di strumenti musicali
Uno era un tamburo in un grande carro con ruote da utilizzare nelle grandi processioni e sui campi di battaglia. Ci sono altri strumenti a percussione e a corda come lire e viole. Alcuni flauti invece di avere buchi lungo la loro lunghezza, avevano una lunga fessura unica. Ci si faceva scorrere il dito su e giù per la fessura. Scorrere il dito cambiava il flusso d’aria attraverso quelle parti della gola e, così facendo, il suono e l’intonazione potevano essere modificati. Era basato sui suoi studi anatomici della laringe e della trachea umane.
Nel progettare chiese e teatri, utilizzava i reverberi acustici per potenziare l’impatto della voce cantata e del suono degli strumenti musicali. Leonardo Da Vinci collegò il decadimento del suono attraverso lo spazio. Scrisse del volume e della dissolvenza dei suoni e osservò che non è possibile classificare i suoni come “piccoli” o “grandi”, perché la distanza dalla quale si sente un suono ne influenza la dinamica. Scriveva: “L’orecchio è ingannato dalla prospettiva della voce, che sembra allontanarsi ma non si sposta dalla sua posizione“.
L’interesse di Leonardo da Vinci per la dissolvenza dei suoni si fonde con il suo interesse per gli aspetti acustici dello sparo di cannoni, fucili e armi da fuoco.
Sebbene si dica che la notazione musicale sia stata inventata da un monaco benedettino, Guido d’Arezzo (995 ca.-1050 ca.), Leonardo da Vinci teorizzò come la lunghezza delle note musicali potesse essere descritta in un tempo misurabile. Tracciando la velocità dell’acqua che scorre in un orologio musicale, affermò di essere in grado di determinare i valori temporali di un quarto, di una metà e di una nota intera!
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